Il suicidio dell'Occidente: Ideologia, Cultura Woke e il Futuro dell'Europa e dell'occidente - Luigi Pinto

Il suicidio dell’Occidente: Ideologia, Cultura Woke e il Futuro dell’Europa e dell’occidente

8 Set 2023 - Articoli

Il suicidio dell’Occidente: Ideologia, Cultura Woke e il Futuro dell’Europa e dell’occidente

In “Suicidio occidentale”, Federico Rampini mette in luce con perspicacia e rigore intellettuale le contraddizioni che affliggono l’Occidente moderno. Traspare un’indagine audace e penetrante sulla cultura “woke” e sul suo impatto devastante sulle radici occidentali. Rampini ci invita a prendere in considerazione i danni, a volte irrevocabili, che questa cultura può causare nel rielaborare, o addirittura cancellare, aspetti fondamentali della nostra storia e tradizione.

Quanto il libro espone, fa riflettere e si possono vedere gli effetti di questo degrado, ad esempio, nella cinematografia occidentale. La cultura woke, infatti, sta influenzando il cinema, un medium di particolare rilevanza per la formazione dell’opinione pubblica. Prendendo come esempi la rappresentazione della Sirenetta danese nera, la greca Cleopatra africana e il Lupin francese nero, benché fatte in nome dell’inclusività e della diversità, appaiono forzate e storicamente inesatte. In base a quello che dice l’autore, parlando della politica statunitense ed europea, non possiamo non notare i controversi effetti negli esempi sopra citati.

Tuttavia, ciò che colpisce di più in “Suicidio occidentale” è l’accusa che Rampini rivolge alle élite occidentali. Sostiene che l’ideologia dominante imponga un senso di auto-colpevolezza e una tendenza a rifiutare i valori che hanno fatto grande l’Occidente. Con passione e argomenti solidi, Rampini afferma che questa “auto-flagellazione” culturale abbia indebolito la posizione dell’Occidente sulla scena mondiale, rendendolo vulnerabile alle ambizioni imperiali di potenze come la Russia e la Cina.

Il libro non si ferma alla sola critica. Rampini allarga la sua analisi alle università, ai media e alle élite intellettuali, sottolineando come queste istituzioni abbiano abbracciato una retorica che priorita la difesa delle minoranze e dell’ambiente, a scapito delle questioni sociali e della lotta contro le disuguaglianze economiche. La figura di Greta Thunberg e di Carola Rackete sono citate come esempi emblematici di questo fenomeno.

Con “Suicidio occidentale”, Rampini consegna al lettore un’analisi implacabile della cultura contemporanea. Sebbene alcune delle sue argomentazioni possano sembrare provocatorie, non si può negare la pertinenza e l’urgenza del dibattito da lui sollevato. Il libro è un campanello d’allarme sullo stato di crisi dell’Occidente e sull’importanza di riflettere profondamente sulle direzioni che sta prendendo la nostra cultura.

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One response

  1. Luigi ha detto:

    L’Occidente è concetto nato nel 1945. Prima gli Stati Uniti limitavano l’Occidente a sé stessi e rigettavano l’Europa come terra dell’oscurantismo e della illiberta’. Dottrina Monroe ed eredità puritana. Solo dop le due guerre mondiali l’Occidente statunitense ha inglobato anche l’Europa, prima quella od ovest dell’Oder e poi, dopo il 1989, anche quella ad est. Da qui lo scontro attuale con la Russia. Il punto è che Rampini parla da perfetto occidentale integrato e per lui nella storia del suo Occidente non ci sono cesure. Invece ci sono, almeno a partire dal XVI secolo. Fu lo scarto dell’Europa a fondare gli Stati Uniti ossia l’Occidente che poi è diventato egemone sull’Europa settsa. Ma Europa e Stati Uniti sono universi diversi, distanti, separati e conflittuali. Invece l’Europa da millenni ha sempre avuto rapporti stretti con l’Asia, l’Africa, la Russia quale ponte euroasiatico. Dobbiamo tornare alla nostra identità e tradizione europea liberandoci dall’egemonia americano-occidentale ossia dell’area anglofona (l’America latina è altra cosa ed ha radici identitarie formatesi in continuità, non in conflitto, con l’Europa, almeno fino a quando non cadde sotto egemonia nord-americana)

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