Riforma del settore della pesca: l'Italia vota contro il regolamento UE - Luigi Pinto

Riforma del settore della pesca: l’Italia vota contro il regolamento UE

27 Giu 2023 - Articoli

Riforma del settore della pesca: l’Italia vota contro il regolamento UE

Il settore della pesca in Europa si prepara a una riforma che mira a garantire maggiore sostenibilità e resilienza. Tuttavia, le nuove norme proposte non soddisfano l’Italia, che ha votato contro il nuovo pacchetto al Consiglio Europeo Agricoltura e Pesca. I rappresentanti italiani hanno espresso preoccupazione su alcuni aspetti del provvedimento, in particolare riguardo alla tassazione sui combustibili fossili e alle limitazioni della pesca a strascico.

Secondo l’eurodeputato di Fratelli d’Italia, Raffaele Stancanelli, membro della commissione pesca, alcune norme del regolamento rischiano di danneggiare gravemente il settore. Stancanelli, che ha espresso la sua opposizione al documento, ha affermato che queste norme potrebbero “uccidere il comparto”. Il voto contrario dell’Italia è stato ribadito sia dal governo in Consiglio che dalle principali formazioni della maggioranza parlamentare.

Durante il Consiglio Europeo Agricoltura e Pesca, i ministri dei 27 paesi membri si sono riuniti per discutere e votare il nuovo documento. Sebbene tutti i governi concordassero sui principi fondamentali della riforma, ovvero la sostenibilità e la resilienza, sono emerse divergenze sull’applicazione di tali principi. In particolare, le controversie riguardavano lo stop graduale della pesca a strascico e la tassazione dei combustibili fossili. Nonostante ciò, la maggior parte dei paesi ha votato a favore del testo, e l’Italia è stata l’unico paese a opporsi.

Il risultato finale della votazione è stato di 26 sì e 1 no. Il presidente di turno del Consiglio agricoltura, il ministro svedese Peter Kullgreen, ha affermato che il Consiglio ha adottato le conclusioni con il sostegno di tutti gli Stati membri tranne l’Italia. Nonostante il documento sia stato approvato tecnicamente, il voto contrario dell’Italia ha un peso politico significativo, soprattutto perché il documento passa ora all’Europarlamento.

La decisione dell’Italia di votare contro il regolamento è stata motivata dalle preoccupazioni espresse dai pescatori italiani. Diversi esponenti della maggioranza avevano già annunciato in precedenza di aver recepito queste preoccupazioni. Il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, ha dichiarato di essere a fianco dei pescatori italiani e che le nuove regole favoriscono i paesi al di fuori dell’UE. La commissione agricoltura della Camera ha redatto un documento evidenziando le perplessità sul nuovo piano europeo, che è stato approvato all’unanimità.

Oltre alle preoccupazioni sulla pesca a strascico e la tassazione dei combustibili fossili, l’Italia ha sollevato dubbi anche riguardo ai controlli nel settore. L’introduzione di telecamere a circuito chiuso sulle imbarcazioni è stata criticata perché considerata invasiva per la privacy aziendale e i diritti dei lavoratori, oltre a comportare ulteriori costi e oneri amministrativi per i pescherecci italiani.

La questione sarà affrontata anche in sede parlamentare a Strasburgo nei prossimi mesi, e l’Italia cercherà di far valere le proprie preoccupazioni in questa fase dell’iter legislativo. Il voto contrario dell’Italia durante il Consiglio Europeo potrebbe quindi non essere l’ultima parola sul nuovo documento. Sarà necessario un dialogo e un confronto tra i paesi membri per trovare un compromesso che soddisfi tutte le parti interessate nel settore della pesca.


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