Zaki e Gli Echi del Liceo Manzoni: Quando la Libertà di Espressione Scivola nella Complicità con il Terrorismo - Luigi Pinto

Zaki e Gli Echi del Liceo Manzoni: Quando la Libertà di Espressione Scivola nella Complicità con il Terrorismo

10 Ott 2023 - Articoli

Zaki e Gli Echi del Liceo Manzoni: Quando la Libertà di Espressione Scivola nella Complicità con il Terrorismo

In tempi di guerre, anche vicino a noi, si potrebbe pensare che personaggi che hanno visibilità pubblica dovrebbero avere l’accortezza di evitare affermazioni che potrebbero incendiare ulteriormente le situazioni. Purtroppo, questo non è sempre il caso. Patrick Zaki, che l’Italia ha liberato dalle carceri egiziane, ha scelto di denigrare Netanyahu e l’Occidente. Ma non è solo lui. Un’incredibile dimostrazione di insensibilità è venuta da alcuni studenti del liceo Manzoni di Milano, che hanno osato scrivere: «Quanto è bello quando brucia Tel Aviv» su un manifesto.

Tali dichiarazioni e gesti, soprattutto da giovani che vivono in una società occidentale, dimostrano quanto sia penetrante e pericoloso l’influsso di una narrativa distorta, che dipinge i terroristi come eroi e le vittime come oppressori.

La domanda chiave è: da dove viene questa distorsione della realtà? La risposta può risiedere in anni di egemonia culturale di una certa retorica di sinistra, che presenta una visione distorta e ideologizzata dei conflitti globali. Il risultato di avere personaggi come Saviano, Boldrini e Lerner influenzare il dibattito pubblico, è un’ideologia che ha confuso e ingannato intere generazioni, facendo loro credere che la libertà di espressione equivalga alla licenza di diffondere odio e disinformazione.

Questo non significa condannare l’intera sinistra o le sue ideologie. Ma è essenziale riconoscere che ci sono figure, che si identificano con questa corrente, che hanno giocato un ruolo nel diffondere messaggi distorti e dannosi.

L’Occidente offre molte libertà, tra cui quella di espressione. Ma con la libertà viene anche la responsabilità. E invocare la distruzione di una città, sostenendo organizzazioni terroristiche, non è responsabile, né costruttivo.

Invece di incitare all’odio e alla violenza, dovremmo guardare agli sforzi costruttivi per la pace, come il Trattato di Abramo, avviato sotto l’amministrazione Trump. Questo trattato ha cercato di stabilire legami di pace tra Israele e nazioni arabe, enfatizzando la cooperazione e l’unità piuttosto che la divisione.

Dobbiamo ricordare che parole e gesti hanno conseguenze, soprattutto in questi tempi delicati. E, mentre la libertà di espressione è un diritto fondamentale, sostenere atti di terrorismo e violenza non dovrebbe mai essere tollerato. Per il bene del dialogo e della pace, è essenziale che tutti, soprattutto i personaggi pubblici, scelgano le loro parole con cura e responsabilità.


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *